Vito Scavo, presidente provinciale Arcicaccia si esprime sulla questione critica che vivono gli agricoltori delle campagne di via Cava a Lama Balice, che si son dovuti attrezzare con reti elettriche, e intende far chiarezza sulla reale situazione del Parco, che non può prescindere da un aspetto tecnico importante.

“L’Ispra (Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica) ha diviso i territori in tre aree: vocata, non vocata e area problematica. Lama Balice rientra nelle aree non vocate, per caratteristiche morfologiche del parco, visto che non si tratta di zona boschiva né rurale, ma con coltivazioni anche di pregio – spiega Scavo – ciò vuol dire che non è assolutamente ammessa la presenza dei cinghiali, neanche con soluzioni di emergenza, e quindi vanno eradicati completamente.”

“I cinghiali non dovrebbero neanche essere in quella zona poiché non sussistono le condizioni ambientali, e non possono convivere con zone residenziali, a ridosso di aeroporti, strade provinciali e statali -continua Scavo- qui la caccia non c’entra nulla e lo ribadiamo, bisogna garantire agli agricoltori il loro reddito e sicurezza ai cittadini, per i quali ci stiamo preoccupando. La classe politica continua a perdere tempo mettendo in atto soluzioni che sono del tutto inutili, servendosi di denaro pubblico.”

Ma l’emergenza non termina con i cinghiali, il pericolo che si profila è un altro e ben peggiore: “Dall’Alta Murgia potrebbero arrivare anche i lupi, che sono portati a seguire i cinghiali. Per questo problema abbiamo già ricevuto segnalazioni dai territori limitrofi a Noci, Gioia e Martina Franca, dove sono stati riportati notevoli danni -infine conclude Scavo – l’unico piano che funziona è la selezione, un piano che non c’entra nulla con la caccia, si tratta del selecontrollo.”