Sui social network dilaga una certa qualunquistica protesta per l’eccessivo numero di poliziotti utilizzati per garantire la sicurezza del G7 economico a Bari. Certo, erano tanti i poliziotti, che insieme a carabinieri, finanzieri, digos e polizia locale, hanno presidiato la città e i luoghi sensibili, assicurato l’incolumità degli ospiti principali e delegazioni al seguito, assolvendo in maniera impeccabile al compito di chiudere in un cerchio di protezione il corteo di protesta.

L’utilizzo imponente di uomini e mezzi non era affatto sproporzionato. Il compito era quello di prevenire imprevedibili ed improvvise cariche da parte di rigurgiti neo fascisti o neo nazisti, che in questo momento storico non mancano in tutta Europa. Rigurgiti ben finanziati e ben organizzati, che a Bari, fortunatamente (o, forse, proprio per merito della prevenzione notevole) non ci sono stati.

Non è un caso, infatti, che i più accaniti sostenitori e difensori delle Forze dell’Ordine, normalmente notissimi paladini della sicurezza, oggi in coro si lamentino di quanto sia costata la sicurezza in termini economici. Sembrano francamente dispiaciuti che la città non sia stata messa a ferro e fuoco, che non siano stati danneggiati negozi o abitazioni. È andato tutto bene, seppure questo a qualuno non piaccia.

Il bilancio si potrà fare tra non molto. Resta il fatto che i ministri dell’Economia dei Paesi più significativi al mondo non sono proprio sette illustri sconosciuti, privi di potere e capacità decisionali, venuti a Bari a chiedere l’elemosina o sette scrocconi con coniugi al seguito. Così, sono stati stigmatizzati.

Nell’organizzazione è forse scappato qualche eccesso di provincialismo, ma trovo ancor più provinciali i commenti, con foto annesse, che dilagano in proposito. Ed è la triste conferma che Bari, in un modo o nell’altro, il fatto di essere radicalmente provinciale non riesce proprio a dimenticarlo, neanche quando ha l’occasione per affrancarsi.