Una solenne celebrazione per rievocare un antico rito religioso: l’incoronazione di un quadro prodigioso, raffigurante la Madonna del Pozzo, con in braccio il Bambino Gesù. Siamo a Capurso, dove da 120 anni il 20 maggio si rinnova la tradizione. Con il rito si vuole ricordare il giorno in cui, nel 1852, Papa Pio IX volle che fossero deposte, per la prima volta in modo solenne, alcune corone d’oro sul capo della Vergine e del Bambino.

L’icona, che rappresenta una tra le più conosciute ed importanti reliquie mariane al mondo, fu ritrovata nel 1705 in circostanze prodigiose da Don Domenico Tanzella. La storia narra che il prete, gravemente malato, ebbe da Dio in una visione la promessa che sarebbe definitivamente guarito se avesse bevuto con fiducia l’acqua contenuta in un’antica cisterna, chiamata Pozzo della Madonna e se, in quei luoghi, poi avesse fatto costruire anche una chiesa.

Le cronache raccontano che il sacerdote eseguì tutto alla lettera e che effettivamente fu guarito. Da allora la sacra immagine, ritenuta miracolosa, è custodita sopra l’altare maggiore nella Reale Basilica ed è esposta alla continua venerazione di migliaia e migliaia di fedeli provenienti da tutto il mondo.

A meno di 100 metri dalla Basilica sorge il suggestivo Santuario, all’interno del quale si trova il pozzo, luogo fisico del ritrovamento, in cui è ancora possibile rievocare l’antico rito salvifico bevendo l’acqua dalle fontanelle presenti. Il luogo, perfettamente preservato, grazie anche al lavoro instancabile della comunità francescana, retta da padre Filippo D’Alessandro, conserva immutato tutto il suo misterioso fascino. Con lui abbiamo fatto un viaggio nella storia dei luoghi cari a centinaia di migliaia di fedeli.