Due addetti alla manutenzione delle fontane di Bari girano intorno a quella di piazza Garibaldi. Uno di loro in mano ha una scopa con le setole verdi, alla punta della quale è attaccata una cassetta di plastica bianca. Le maglie dell’improbabile retino sono larghe, quindi molti degli oggetti raccolti, per sempio le piume dei piccioni, passano attraverso finendo nuovamente in acqu.

Alcuni cittadini se ne accorgono e iniziano a protestare, anche perché quella fontana e altre del centro cittadino erano state ripulite per bene – si fa per dire – appena un paio di giorni prima del G7, tanto per dare una bella immagine di Bari. La fontana in questione ripresenta sul fondo il calssico colore verdognolo. Gli addetti alla pulizia hanno spiegato che non possono essere usati prodotti chimici.

Il malumore è sfociato in un battibecco. Punti di vista differenti su come dovrebbero essere fatte le pulizie delle fontane. Un po’ di tensione fino a quando i due addeti hanno guadagnato l’uscita della piazza, non prima di aver risposto a quanti gli chiedevano perché non fosse stato ripulito il guano di piccione. “È inutile, perché sta di nuovo sporco dopo cinque minuti”. I baresi adesso non possono far altro che sperare nel farmaco-mangime del consigliere comunale, Giuseppe Carrieri, chissà non si riesca davvero a contenere la proliferazione dei colombi urbani. In questo modo sarebbe facilitato anche il lavoro agli addetti alle pulizie, ai quali l’azienda o il Comune dovrebbero fornire almeno un retino.