“Le condizioni sono disastrose; la sicurezza dei luoghi di lavoro è pressoché inesistente e il poliziotto penitenziario è costretto a lavorare in ambienti poco salubri e poco sicuri, data l’assenza di strumenti di lavoro idonei che la legge impone, con grave pregiudizio non solo alla sicurezza del poliziotto, ma anche all’istituto penitenziario”. Il giudizio del segretario nazionale dell’UGL Polizia Penitenziaria, Alessandro De Pasquale, che accompagnato dal dirigenti sindacali della Federazione, Michele Cardascia e Giovanni Falco, ha visitato il carcere di Bari, è netto.

Il penitenziario di Bari nella gestione dell’attività amministrativa, questa la tesi di De Pasquale, non sembra essersi adeguato alle innovazioni che, fortunatamente, hanno investito la pubblica amministrazione: “A conferma di ciò, durante la vista – ha dichiarato De Pasquale –  è stata accertata la presenza di registri cartacei che, per come si presentano, in un eventuale procedimento penale, civile,amministrativo o contabile, si porrebbero come carta straccia, con il rischio di perdere la funzione di vero e proprio atto pubblico”.

Secondo l’UGL, quindi, la dirigenza del carcere dovrebbe tener conto delle disposizioni indicate principalmente nel C.A.D., Codice di Amministrazione Digitale, al fine di dare certezza all’attività amministrativa, come sancito nella Carta Costituzionale.

“Nonostante la visita in carcere fosse stata programmata e comunicata in tempo – hanno sottolineato i tre in visita – non è stato comunque possibile contestare le problematiche riscontrate al Direttore del carcere per l’assenza dello stesso”.

De Pasquale ha comunque fatto sapere che predisporrà nei prossimi giorni una dettagliata relazione su quanto accertato alle competenti autorità, per invitarle ad un maggior rispetto delle norme a tutela della salute e della sicurezza dei poliziotti penitenziari: “Chiederò l’incremento del personale soprattutto al Nucleo provinciale Tradizioni e Piantonamenti, il quale, a mala pena, riesce a gestire le attività ordinarie; anche perché questa necessità di incremento andrebbe soprattutto ad evitare episodi come quello già avvenuto nella città di Lecce, in cui un detenuto all’interno dell’ospedale riuscì ad evadere, sparando addirittura ad un poliziotto penitenziario ferendolo gravemente”.