Ponte strallato e pista ciclabile, ad oggi un connubio non ancora concretizzato. Da un lato il “ponte delle meraviglie”, quello “sospeso nell’aria come i sogni” per usare le parole dell’ingegnere Antonio Decaro, sindaco di Bari, quello che per ora ha solo modificato lo skyline della città senza tutta via apportare gli agognati benefici alla circolazione, dall’altro lato l’ambizione dello stesso ingegnere e sindaco di rendere questa città a misura di ciclista, ambizione anche questa ben lontana dall’essere raggiunta, come dimostrano i fallimenti delle politiche sulla mobilità sostenibile, vedi trasporti pubblici o bike sharing in primis, e le benedette piste ciclabili, alcune un fiasco, in alcuni casi mal tenute o prive di continuità, tutte cose dette più volte. Due dei fallimenti più clamorosi di questa città, dicevano, ad oggi non hanno ancora trovato una vita comune, nonostante in più occasioni l’amministrazione, per voce di Decaro e del suo assessore ai Lavori pubblici, l’ingegnere Giuseppe Galasso, si siano spesi in tal senso.

C’è infatti un perché grosso come una casa, anzi, come una barriera salvavita. Per quanto ne sappiamo, a oggi non esisterebbe alcun sistema di protezione certificato, o meglio, autorizzato dal Ministero dei Trasporti, che preveda, di fianco a una pista ciclabile, l’adozione di un guard rail come quello presente sul ponte. Le linee guida del ministero, infatti, sempre per quanto ne sappiamo, non lo prevederebbero. Molto banalmente, se un pedone o un ciclista scivola, andando a sbattere contro la lamiera, rischia seriamente di rimetterci la vita, come con una ghigliottina, al contrario, per esempio, delle previste aiuole di separazione. Allo stato attuale, il ponte non sarebbe neppure pedonabile per via di quel guard rail.

In realtà il problema “sta a monte”. Quella del ponte strallato è infatti un’opera di nuova progettazione, dunque non si capisce per quale motivo stanno ancora “studiando la soluzione” per poterla aprire, come dichiarato dallo stesso Galasso alcuni mesi fa. La quadratura del cerchio intorno ad essa, infatti, è più lontana di quanto possa sembrare. Non si pensi che “basti” rivestire il guard rail di gomma piuma, per fare un’ipotesi campata per aria come il ponte. L’efficacia di sistemi del genere, per esempio, al momento non sarebbe né comprovata né certificata, stando a quanto ci risulta.

L’unica strada percorribile, al momento, sembrerebbe essere la rimozione del guard rail e la posa di una barriera, tra la carreggiata e la fantomatica pista, realizzata con i pannelli fonoassorbenti, al pari di quelli già montati lateralmente, da progettare e realizzare ad hoc, con un bando apposito dunque, cantierizzando il ponte, chiudendo temporaneamente una corsia alla volta, spendendo altri soldi, in più rispetto ai tanti svariati milioni di euro già spesi.