Vi raccontiamo la storia dell’inagibile ospedale Di Venere e quindi anche del suo inagibile bar. Avete capito bene, ma la notizia è un’altra. Nonostante la palazzina all’interno del nosocomio, quella che ospita il locale per intenderci, non abbia il certificato di agibilità, sicuramente il benestare dei Vigili del Fuoco e probabilmente anche la documentazione relativa al collaudo statico, dal primo marzo avrà un nuovo concessionario.

Dopo 40 anni, il bar, unico punto ristoro per personale, utenti, degenti e parenti, passerà di mano lasciando a spasso i tre dipedenti storici, perché per loro proprio non c’è posto. Premesso che il bar riapra. Il bando è stato espletato e assegnato, nonostante per le stesse ragioni all’ospedale San Paolo, per esempio, sia stato congelato. La vicenda del Di Venere, dove a quanto pare l’agibilità manca anche in altre strutture, presenta un aspetto molto curioso che ugualmente deduciamo da una lettera inviata dal vecchio concessionario ai vertici della Asl di Bari e della struttura sanitaria del quartiere Carbonara.

“Tali carenze – scrive il legale del concessionario riferendosi proprio alla mancanza dell’agibilità – ha creato non pochi problemi alla scrivente Società, che, comunque, avendo una licenza risalente ai tempi del primo contratto (anno 1971) ha avuto e continua ad averela possibilità di esercitare legittimamente la propria attività nei locali dell’ospedale, sia privi di Agibilità”. Non solo. “È evidente che, nel momento in cui andrà a insediarsi in detti locali il nuovo Concessionario, questi – dopo aver eseguito lavori edili, realizzato impianti e disposti macchinari e attrezzature specificheper la realizzazione di un nuovo ‘Punto di ristoro con bar dotato di laboratorio per la preparazione di piatti per tavola calda e spazio attrezzato per la consumazione’ – dovrà obbligatoriamente richiedere l’Autorizzazione Sanitaria al SIAN, propedeutica all’ottenimento della Licenza per la preparazione e somministrazione di bevande e alimenti”. Ed è a questo punto che arriva il bello.

“Senonchè, detta Autorizzazione non potrà mai essere rilasciata dal SIAN al nuovo Concessionario – si legge nella missiva – in quanto nuove Autorizzazioni sanitarie sono attualmente concedibili solo in relazione a locali in possesso di Certificato di Agibilità. È altrettanto noto che al fine di ottenere tale certificazione, occorre presentare copiosa documentazione (tra cui il Certificato di Prevenzione Incendi ed il Certificato di Collaudo Statico) e rispettare i tempi tecnici e le formalità di rito”.

Alla luce di quanto esposto il legale scrive ancora: “L’Amministrazione corre il rischio, più che reale, non solo di veder bloccata per tempi non risibili il servizio di gestione del punto di ristoro, di indubbia utilità per il pubblico, ma anche di vedersi assoggettata ad azioni risarcitorie da parte del Concessionario per l’assenza di agibilità dei locali”.

E quindi la proposta finale: “Nello spirito di massima collaborazione, al fine di assicurare la continuità del servizio e, quindi, di non arrecare disagi all’utenza, nonché di non far mancare all’Amministarzione l’introito dei canoni di locazione, la società rappresenta la propria disponibilità a proseguire nel rapporto previgente sino all’ottenimento da parte dell’Amministrazione delle certificazioni per legge indispensabili per la regolartà del nuovo affidamento in concessione”.