Masterchef fa proseliti, o forse no. Da quando il colesterolo della tv si è alzato vertiginosamente, l’arte di saper cucinare è diventato uno degli argomenti di discussione tra appassionati e semplici buone forchette. Tutti quanti conoscono nome e volto di Cracco, Bastianich, Cannavacciuolo e via dicendo. La tv però è anche show business e così capita che dialogando coi ragazzi dell’Istituto Alberghiero di Castellana arriva la critica che non ti aspetti: “Quella che vedo in tv mi sembra più spettacolo che cucina”.

Sagge parole, o forse, semplicemente, il fatto che non basta appassionarsi a un programma televisivo per decidere di percorre una certa strada: “Sono sempre stato un buon gustaio, fin da piccolo – ci ha detto uno degli allievi – capivo il gusto, poi a un certo punto ho iniziato a voler capire com’era preparato il piatto, ecco perché ho scelto questa scuola”.

“Mi sono appassionato alla cucina la prima volto che ho fritto le patatine, avevo 8 anni – ci ha detto un altro aspirante cuoco – poi mi sono fatto prendere, mi piace la cucina molecolare”.

“Conoscevo l’Alberghiero, l’ho scelto proprio per intraprendere questo mestiere” ci ha raccontato uno degli aspiranti chef. “Lavoro già in un ristorante – gli fa eco un collega – già pratico questo lavoro. Mi piace molto, lo trovo divertente”. Tutti d’accordo dunque, anche nel seguire Master Chef, che però non racconta la realtà del mestiere: “Assistendo dietro le quinte ti rendi conto che per preparare un piatto girano tutto il giorno. Anche la versione per Junior è così. Non ci riusciamo noi a preparare un piatto in pochi minuti, figurati un bambino di 8 anni”.