Ecco l’altra faccia della sanità, quella buona che purtroppo si racconta poco perché viene considerata routine e invece tanto normale non è. Quella i cui protagonisti restano nell’ombra fino a quando un paziente decide di ringraziarli pubblicamente, perché in tanti casi si va oltre il proprio dovere, il giuramento. “Mio marito deve la vita ad alcuni medici: Susca, D’Introno, Spaccavento – racconta con gli occhi gonfi di lacrime Anna Balducci -. Sono degli angeli, come lo sono stati in seguito anche i colleghi Francese e Diaferia. Allo stesso modo voglio ringraziare anche infermieri e operatori dell’ospedale Umberto I di Corato. Non ci hanno fatto mancare niente, nemmeno una parola di conforto, una gesto gentile. Ero serena perché vedevo persone che stavano facendo tutto il possibile, forse di più”.

Da un ospedale e dai suoi medici ti aspetti facciano tutto quanto è nelle loro possibilità per farti guarire, un trattamento compresivo rispetto al dramma del momento.  Esattamente come successo al signor Giuseppe Di Gennaro, 70enne di Corato, ai quali per due volte (ad aprile e ad agosto) in quell’ospedale di periferia, che nei piani strategici regionali deve essere declassato, hanno salvato la vita.

“I politici non hanno ancora capito che questi ospedali sono necessari – dice l’anziano, tornato a casa da pochi giorni -. Fossi stato trasportato in un posto diverso non ci sarei arrivato vivo. E chissà quante altre persone devono la vita a quei medici”. Proprio così, qualche chilometro in più, pochi minuti in più, e Giuseppe Di Gennaro sarebbe deceduto. Era ad un passo dalla morte quando quegli angeli con addosso i camici bianchi lo hanno riportato in vita.

L’ospedale Umberto I di Corato rischia di perdere i reparti di Pediatria, Cardiologia e Ginecologia (con oltre mille parti l’anno). Il Piano di riordino taglierà reparti anche negli ospedali dei paesi limitrofi, causando un indebolimento dell’offerta sanitaria, rispetto alla crescente domanda della numerosa popolazione di quel territorio. Secondo qualcuno evitare tutto ciò è possibile.

Un gruppo di operatori sanitari sta elaborando un documento per convincere il presidente della Regione Puglia e assessore alla Sanità, Michele Emiliano, a concentrare gli sforzi e le risorse per la creazione di un ospedale di I livello, accentrando in un’unica struttura (da stabilire nell’interesse collettivo e non in funzione dei campanili) tutte le eccellenze del territorio. In questo modo si eviterebbe di avere tanti nosocomi privi di qualcosa, ma se ne avrebbe uno completo di tutto. Anche questo è risparmio.