Tra i problemi che puntualmente affliggono la stagione estiva c’è quello, mai risolto, dell’emergenza incendi. Le alte temperature, e troppo spesso anche la mano dell’uomo, fanno sì che ogni anno, regolarmente, si registrano righi a ogni angolo della Puglia.

Se la prevenzione è certamente importante, è anche vero che la tecnologia ormai disponibile degli smartphone e della geolocalizzazione può rivelarsi molto utile ai Vigili del Fuoco e alla Protezione Civile quando l’area interessata dalle fiamme è sperduta in mezzo al nulla e diventa complicato fornire indicazioni precise per l’intervento.

In teoria, esiste un’app nata espressamente per questo. Si chiama “Tag the Fire” ed è stata progettata da Andrea Rutigliano e Giuseppe Di Gioia, entrambi pugliesi. Con un tocco sullo schermo del telefonino, questo il funzionamento piuttosto semplice, si invia la segnalazione a una centrale operativa, che riceve il punto esatto in cui si sta sviluppando l’incendio, e il gioco è fatto.

In teoria, perché in pratica l’app, che ha pure vinto un riconoscimento da Confindustria in occasione dello Smau a Bari, non è mai stata sviluppata: «Abbiamo presentato il progetto a Legambiente, WWF, Protezione Civile, Parco del Gargano e via dicendo –  ha raccontato Andrea Rutigliano – tutti si sono detti interessati, ognuno con le proprie osservazioni. Però, sebbene siano stati spesi dei soldi per realizzare volantini tutto sommato inutili con le regole di comportamento in caso di incendio, non sono stati in grado di reperire i fondi per sviluppare l’app».

Tra i vari enti contattati, l’Agenzia Regionale per le attività irrigue e forestali, forse quella che maggiormente dovrebbe essere interessata al progetto dei due pugliesi, non ha mai nemmeno risposto. Peccato, perché in una regione come la nostra, una tecnologia simile, a costi abbordabili, sarebbe davvero utile.