La consigliera Irma Melini (Scelgo Bari) torna sull’argomento caldo di questo periodo. La situazione strutturale dello Stadio San Nicola.

“Basta proroghe annuali – tuona la Melini – il Comune decida concretamente quale futuro dare al quarto stadio più grande d’Italia.
Ogni proroga porta con sé il rinvio della decisione e a pagare sono ancora una volta i baresi, che vedono la struttura di proprietà del Comune letteralmente perdere pezzi.
E’ evidente che la manutenzione straordinaria, prima a rimborso del Comune poi completamente in capo al concessionario, non poteva essere un optional, ma sarebbe dovuta essere programmata e verificata almeno per quanto attiene alle opere fondamentali come la messa in sicurezza dell’intera struttura”.

“Sintomatico è che al mancato funzionamento dell’impianto audio si sia proceduto non a un suo rifacimento, ma all’utilizzo di un impianto di casse in campo; oppure che non si sia provveduto alla sostituzione delle telecamere rotte, quindi all’ammodernamento dell’impianto di video sorveglianza. Esempi utili a comprendere che una concessione annuale, senza futuro certo, poco possa portare a investimenti economicamente rilevanti su una proprietà altrui. Una proprietà appunto del Comune di Bari, che ritengo sia il principale interessato al futuro – se di futuro vogliamo parlare – della struttura che ospita la squadra biancorossa”.

“Grave, gravissimo, è quindi che l’assessore Petruzzelli, responsabile di tutto questo caos nel quale oggi si trova lo Stadio e il Comune, abbia banalizzato la mancanza del certificato di idoneità statica, che la Legge impone come verifica ogni 10 anni, invece di preoccuparsi di controllare lo stato di avanzamento delle verifiche. Altrettanto grave è aver presentato in Aula delle linee di indirizzo incapaci di indirizzare qualsivoglia ufficio a redigere un bando per la gestione dello Stadio e aver contestualmente affermato che avrebbe affidato per soli 5 anni la struttura da più di 58 mila posti”.

“Mi chiedo se l’Assessore abbia mai letto la direttiva comunitaria del 2014, da lui citata in delibera, che prevede che il concessionario “recuperi gli investimenti effettuati nell’esecuzione dei lavori o dei servizi”; ovvero che fra i requisiti fondamentali c’è la sostenibilità finanziaria – in gergo bancabilità – che difficilmente sarebbe ravvisabile in un bando a soli 5 anni. Così come avrebbe dovuto prevedere che difficilmente le sue proroghe annuali avrebbero garantito una adeguata manutenzione dello stadio, quindi vigilare su questo”.

“Ecco perché per la preoccupazione per quanto sta accadendo e per la mala gestio perpetrata fino ad ora, credo sia fondamentale che l’Amministrazione comunale, quindi il suo Sindaco, responsabile in assoluto della struttura di cui è proprietario, in questo momento di caos, debba prima di tutto verificare la sicurezza strutturale e la pubblica incolumità per i fruitori dello Stadio, anche alla luce della partita-evento di settembre e poi debba aprire una fase di consultazioni per comprendere la volontà politica del Consiglio sul futuro dello stadio San Nicola, così come altre Città – penso a Udine, a Torino e a Roma – hanno fatto e faranno. Non di poco conto a riguardo sarebbe anche comprendere come l’Amministrazione intenda interpretare, magari nel nuovo bando, le linee guida stilate da Renzo Piano per eventuali modifiche strutturali dello Stadio”.