Otto mesi di attesa per avere il risultato del pap test, ripetuto tre volte. Succede al consultorio di Altamura. La storia di Annamaria, studentessa altamurana alla Bocconi di Milano, inizia ad agosto scorso. Si sottopone al pap test, ma il risultato è dubbioso. Deve rifarlo.

Le procedure adottate la seconda volta sono sbagliate. Annamaria torna a dicembre al consultorio. Il risultato è atteso per il 23 gennaio. A metà marzo ancora niente. Da qui la decisione di Domenico, fratello di Annamaria. A metà marzo si presenta nella struttura e minaccia di non andare via senza il risultato del test.

Dopo l’intervento del ginecologo Raffaele Digiacomantonio finalmente si riesce a far arrivare il risultato dall’ospedale Di Venere. In realtà, da Bari lo avevano spedito a gennaio ed era stato anche ricevuto, ma poi s’è perso. Un’inchiesta interna cercherà di appurare le responsabilità. La responsabile del consultorio è già stata chiamata a dare spiegazioni.

Siamo andati nella struttura insieme ad Annamaria e Domenico per farci raccontare dai diretti interessati come stesse la faccenda. Scopriamo che il Di Venere ha mandato il fax direttamente all’azienda di famiglia perché il consultorio non ne ha uno. Si usa solo la posta elettronica certificata, evidentemente una disposizione interpretata a piacimento, in considerazione del documento cartaceo inviato dall’ospedale. Non solo. Veniamo a scoprire che ci sono migliaia e migliaia di cartelle cartacee. L’ufficio non è stato digitalizzato.

Nel consultorio, poi, c’è anche chi trasferisce le chiamate indirizzate alla struttura sul proprio telefono cellulare a causa dell’inadeguatezza di chi è stato sistemato alla “reception” del consultorio. A nostro avviso anche questa è malasanità. L’unica nota positiva di tutta questa storia è che Annamaria sta bene, ha “solo” dovuto aspettare otto mesi per conoscere l’esito del pap test.