Fogli di guaina poggiati senza argilla su strati di ghiaia tagliente, oppure inchiodati con assi e chiodi su sponde di tufo. E poi una presunta truffa alla legge 488: finanziamenti europei percepiti per l’acquisto di macchinari che sarebbero stati impiegati in altri scopi, prima di essere dati alle fiamme. Sono alcune delle verità raccontate da Domenico Lestingi, l’ex dipendente della Lombardi Ecologia, tornato dopo tanti anni su alcuni dei “luoghi del delitto”: Francavilla Fontana, Manduria e Castellaneta.

In due casi su tre si tratta di discariche esaurite e abbandonate, senza i necessari interventi di post chiusura. Interventi necessari per evitare problemi, per esempio l’incendio dei rifiuti ormai secchi in seguito ai possibili roghi delle erbacce che li stanno seppellendo.

Avevamo iniziato a raccontare le verità sconcertanti di Domenico Lestingi, diventato ambientalista dei più feroci dopo essere stato autore di tante di quelle nefandezze fatte mentre era alla guida degli escavatori dell’azienda barese, partendo da Conversano, Palo del Colle, Triggiano, Acquaviva delle Fonti, Mola.

L’ex operaio della Lombardi è intenzionato a non fermarsi. E allora con lui ci spingiamo fino alle province di Taranto e Brindisi. Sì, perchè Lestingi, ritenuto ai tempi uomo di fiducia, era chiamato a risolvere anche alcune “emergenze”. In quei periodi, ha fatto o visto con i propri occhi, operazioni meritevoli di approfondimenti.

Restiamo ovviamente a disposizione di chiunque volesse confutare con documenti ed evidenze concrete ciò che viene raccontato da Lestingi.