Siamo alle solite e ancora una volta a sfornare i dubbi maggiori ci pensa l’assessorato regionale pugliese all’Agricoltura. Ce ne siamo occupati in passato, denuciando affidamenti che avevano tutto il sapore del ciambotto e quindi più pertinenti al Dipartimento Pesca. Battuta a parte e restando in tema enogastronomico, non si capisce in nessun modo perché si continuino a bandire gare per l’affidamento di soldi pubblici con un tempo davvero risicato per la presentazione delle offerte, pur richiedendo una  programmazione annuale.

In questo caso solo nove giorni. L’avviso è quello pubblico per l’affidamento dei servizi di Ufficio Stampa e Servizi di comunicazione della Regione Puglia – Dipartimento Agricoltura in relazione al Programma Fieristico Agroalimentare 2016. Visto il programma fieristico agroalimentare – si legge nell’avviso – approvato con deliberazione della giunta regionale n. 2495 del 30 dicembre 2015… bla, bla, bla. Benissimo, se è stato approvato a dicembre del 2015, perché bandire la gara solo il 14 marzo, con scadenza alle ore 12 del 23 marzo? Quali altre incombenze strategiche affollavano le scrivanie dei funzionari?

Il periodo in concorso si apre con il prossimo Vinitaly (dal 10 al 13 aprile) e si chiude con il Vinitaly del 2017. Vince chi presenta l’offerta economicamente più vantaggiosa, partendo da una base di 120mila euro, dovendo tuttavia mantenere i requisiti minimi previsti dal capitolato speciale. Settanta i punti massimi che è possibile racimolare con l’offerta tecnica. Ovviamente si pretende una proposta originale e innovativa. I partecipanti, poi, devono avere esperienze specifiche accumulate nello stesso ambito. Anche il gruppo di lavoro deve possedere un curriculum che attesti l’esperienza nelle attività richieste.

Chi non mette insieme minimo 40 punti, non può accedere alla fase della valutazione dell’offerta economica. E sapete perché? Perché la stazione appaltante, che pubblica il bando nove giorni prima della scadenza, “ha come intento l’individuazione di proposte di elevato livello qualitativo, tenuto conto della rilevanza del servizio sotto il profilo dell’immagine della Regione Puglia, nell’ambito di fiere e manifestazioni a rilevanza nazionale ed internazionale”.

La Regione ci tiene così tanto alla sua immagine, che dà così poco tempo ai candidati per mettere insieme qualcosa di valido. Non stiamo mettendo in dubbio il fatto che sia tutto regolare, attenzione, piuttosto la sciatteria con cui si continua a scrivere questi bandi per servizi giudicati strategici, ma trattati come fosse l’acquisto di cancelleria. Ad una lettura più attenta si può immaginare come l’avviso pubblico sia facilmente impugnabile da chi non dovesso vincerlo. Si può altrettanto facilmente immaginare quanto possa essere rognoso per l’eventuale aggiudicatario.

Il bando prevede l’erogazione di più servizi specifici per una lunga serie di fiere. Nella tabella su alcune di esse compare la scritta “sì”. Che vuol dire? Che il bando include solo quelle? Oppure quel sì, sta solo ad indicare il fatto che l’evento è cofinanziato anche da Unioncamere? Le prime sei fiere, poi, si sono già svolte. Nel computo complessivo, tenendo a mente che ogni manifestazione ha una percentuale fino ad arrivare al 100%, quelle già svolte sono da ritenersi escluse? Oppure valgono le edizioni del prossimo anno? E se così fosse, dove c’è scritto che ci si riferisce alle fiere del 2017? Il Vinitaly, che per esempio vale 9,9%, è riportato solo una volta, mentre nel bando c’è scritto che il periodo oggetto dell’avviso finisce con l’edizione 2017 del Vinitaly.

Ma veniamo ad uno degli aspetti più controversi. Al punto 9 del capitolato speciale, vengono spiegate le variazioni dell’entità dei servizi da fornire. Le prestazioni, si legge al secondo capoverso, potranno essere sospese, aggiunte o ridotte. Tenendo a mende gli articoli 28 e 29 del Codice degli Appalti la domanda nasce spontanea. In altre parole: se le fiere vengono ridotte fino al 20% si prende meno della cifra pattuita senza potersi rivalere in nessun modo; se, invece, le fiere da seguire aumentano del 20%, bisognerà lavorare senza essere pagati di più per questo.

La solita questione dei giornalisti a pagamento si pone con i cooking show. Non sono eventi rivolti a chiunque. Nelle intenzioni dell’assessorato sono cooking show rivolti a giornalisti, che l’aggiudicatario deve invitare, senza tuttavia avere certezza della presenza. Per l’assessorato, invece, la presenza dei giornalisti alle esibizioni deve essere garantita. A meno che l’aggiudicatario non li paghi non potrà mai avere la certezza che questi assistano. La solita gara scritta in fretta e furia, perché prima bisognava assegnare di corsa l’allestimento del Vinitaly e di seguito la grafica, per un totale di alcune centinaia di migliaia di euro. Purtroppo l’impressione che si ha è quella di un frettoloso copia e incolla delle proposte arrivate dai diversi expertice di settori competenti, messe poi insieme con un po’ di vinavil, ma senza troppo senso.

Il bando, infatti, richiede un fotografo, un giornalista, un operatore e montatore, un addetto ai social media, l’ufficio stampa, la presenza dei giornalisti stranieri ai cooking show. A fare il bando, probabilmente invalido a prescindere, dovrebbe essere stata la presidenza della Regione, l’unica che ha un’Agenzia di stampa con un direttore responsabile. L’assessore, invece, ha un fondo per l’impiego di un giornalista. Punto. Un addetto stampa. La gara da fare sarebbe dovuta essere per un media relationship che supportasse l’Ufficio stampa regionale.

Veniamo all’ultima delle nostre perplessità. I 120mila euro sembrano uno specchietto per le allodole, perché a tante fiere, come succede da 20 anni a questa parte, la Regione Puglia neppure partecipa perché concomitanti con altre. A Singapore il 12 aprile non si può andare, perché il Vinitaly si chiude il 13. Al Biofac di Norimberga neppure ci si può andare, perché contemporaneo alla Bit. Così come la Fiera del Levante ha almeno un’altra Fiera che si svolge a settembre nello stesso periodo.

In conclusione, sarebbe stato opportuno spacchettare i servizi richiesti, ma soprattutto dare ai candidati un tempo maggiore per prepararsi adeguatamente e ancor più evitare di scrivere per l’ennesima volta qualcosa che sembra solo un collage mal riuscito. Sembra quasi ci sia una legge non scritta per cui tra il predicare e il razzolare della Regione Puglia, debba necessariamente passarci il mare.