“L’amministrazione Decaro accoglie sui rifiuti e crea un ghetto con i container ed io sarei razzista? Ritengo che l’Assessore Pietro Petruzzelli prima di parlare di me e della mia storia dovrebbe rispondere ai baresi sul come sta mal gestendo la delega assessorile (all’ambiente e non quella alle maratone) per cui è profumatamente pagato da questa Città. Amministrare è una cosa seria e non è più ammissibile farlo attraverso attacchi personali gravi e da querela”. Gli animi si sono decisamente scaldati e su Facebook volano minacce di querela. “Alzano il polverone perché sono razzisti” aveva detto Petruzzelli. E a Irma Melini, consigliera comunale di Forza Italia, la cosa non è piaciuta affatto.

I consiglieri di centrodestra del Comune di Bari avevano denunciato nei giorni scorsi quelle che ritengono essere gravi anomalie nelle gestioni ecologiche e nell’accoglienza dell’amministrazione Decaro interpellando direttamente gli assessori Pietro Petruzzelli, Francesca Bottalico e Giuseppe Galasso.

Melini ha poi rincarato la dose con una nota stampa in cui, senza mezzi termini, chiede le loro dimissioni: “un altro sopralluogo effettuato dimostra senza alcun dubbio la presenza di rifiuti altamente tossici e di amianto, oltre che la presenza all’interno della discarica di nuclei abitativi stabili, che ovviamente vivono fra i rifiuti. A pochi metri, anche una famiglia allargata di etnia Rom vive in questo stato di disagio con dei minori e senza aver mai ricevuto un aiuto da parte del Comune. La corsa a porre rimedio a quanto da noi denunciato nei giorni scorsi non riesce, quindi, a nascondere la gravità del problema. A breve la proposta di deliberazione arriverà in Aula Dalfino e spiegheremo ai colleghi di maggioranza che, a differenza del Municipio interessato, in Commissione hanno espresso parere favorevole, la gravità di quanto posto in essere dai tre assessori. Per questi ultimi siamo intenzionati a portare al voto del Consiglio una ufficiale richiesta di dimissioni”.

Melini motiva la decisione con dettagliate argomentazioni: “per non aver messo in sicurezza quell’area a rischio ambientale nel momento in cui l’amministrazione ne è venuta a conoscenza (mesi fa); per aver garantito in sede di audizione con il sindaco che l’area scelta è l’unica area disponibile per questo tipo di insediamento; per non aver programmato un sistema di accoglienza consono alla dignità umana e, di fatto, non inserito nel tessuto urbano della città, creando per di più un ghetto (saranno allocati dei container con bagni in comune davanti alla discarica); per aver ignorato, anche dopo la nostra denuncia che famiglie con minori vivono in situazione precaria all’interno della bomba ecologica”.

La querelle continua dunque senza esclusione di colpi. Probabilmente, senza esclusione neppure di querele.