A raccontare sul piccolo schermo quanto il Cardio on line, il “vecchio” sistema di telecardiologia, abbia fatto della Puglia la prima in Europa, “con un paragone in Germania”, si sono cimentati tutti negli anni. E quando diciamo tutti, intendiamo proprio tutti gli ex vertici della sanità pugliese. L’ex governatore Nichi Vendola usava l’arma della telecardiologia per replicare tutte le volte che si parlava male della sanità pubblica. La telecardiologia migliore d’Europa col Cardio on line è stato il vanto di Vincenzo Bux, ex direttore dell’Ares; per Gianfranco Antonelli, ex direttore della Cardiologia d’urgenza del Policlinico di Bari; per l’ex assessore alle Politiche della Salute, Ettore Attolini; per l’ex assessore regionale alle Politiche della Salute, Tommaso Fiore.

Il gran teatrino delle vanità è andato in onda per anni – fino a non molto tempo fa – su Rai 1, Rai 2, La 7, Amica 9, il canale web della Regione Puglia, ma soprattutto mille volte e non a caso su Telenorba. Il più vanitoso tra tutti quelli che si sono piazzati a favor di camera per pavoneggiarsi del sistema Cardio on line è stato senza dubbio Daniele Amoruso, il più grande nemico di quel sistema di cui era socio insieme a Claudio Lopriore. Amoruso, l’uomo del conflitto di interesse ancora ignorato da chi invece dovrebbe prendere seri provvedimenti. Amoruso, quello che ha detto: “Nel pubblico si può spendere di più e fare un po’ meno bene”, proprio in riferimento alla telecardiologia. Una dichiarazione gravissima contro cui non c’è stata una sola levata di scudi, tranne che la solita dei guasta feste del Movimento 5 Stelle.

Amoruso, il conduttore di Doctor, la trasmissione di approfondimento medico di Telenorba, ex radioogo del Policlinico di Bari, di cui ricopre il ruolo di capo ufficio stampa e responsabile della telemedicina e, dulcis in fundo. Amoruso amministratore di fatto della società Doctor Srl, con interessi specifici e diretti nel nuovo sistema di telecardiologia. “Il sistema ha permesso un gran risparmio”, “Abbiamo ridotto del 50% la mortalità da infarto”, “Un sistema validato dalla comunità scientifica” e bla, bla, bla, per raccontare le virtù del Cardio on line, “Fondamentale perché può salvarti la vita”.

Sono alcune delle dichiarazioni sventolate ai quattro venti, perché all’epoca la vanità non faceva difetto e nessuno usava ancora telecamere e giornali amici per difendersi dalle evidenze riportate in documenti e conversazioni raccapriccianti. Mentivate allora o mentite adesso? Una domanda retorica, la cui risposta è scritta nelle che pubblichiamo da settimane, nonostante ci stiate deridendo e screditando in ogni dove. Un’operazione scientifica per difendere un sistema inadeguato che, per dirla alla Amoruso, è stato fatto solo “per il gusto di farlo”. Avete barato, dovete andare tutti a casa.

La nostra, lo ribadiamo a scanso di equivoci, non è una battaglia a favore del Cardio on line, ma a sostegno dell’incolumità pubblica indipendentemente da dove si viva e dalle competenze del medico soccorritore. Tutti i cittadini devono avere lo stesso trattamento.