Un trasloco in piena regola, dalle quattro mura di un appartamento al muro singolo della strada. Delle strade, per essere precisi. Via Re David e via Muciaccia, quartiere San Pasquale. Cinque o sei mobili, nove o dieci ante, un comodino, tre cassetti, un materasso, una poltrona e pannelli di legno da perdere il conto. In due parole, uno schifo. Sono circa le 9 di mattina e chi ci invia la segnalazione, pur rovistando attentamente tra il mobilio, non trova alcun codice di riferimento che riconduca al corretto smaltimento dell’ingombro.

“La persona interessata a smaltire mobili e altri rifiuti ingombranti, esclusi gli elettrodomestici e tutti i rifiuti RAEE (Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche), può rivolgersi all’Amiu per concordare un appuntamento. L’Amiu provvede a prelevarli dal luogo del deposito, solitamente nei pressi dei cassonetti”. Il sito del Comune di Bari parla chiaro. Mobili ingombranti, appuntamento, prelievo.

L’appuntamento si può fissare in svariati modi: numero verde, numero urbano, mail, fax o lettera. Manca solo il piccione viaggiatore. L’azienda fissa giorno e ora in cui dovranno essere depositati i rifiuti ingombranti presso i cassonetti più vicini al domicilio del richiedente. Fino a tre pezzi il servizio è gratuito. Oltre, la persona interessata deve descrivere tipo e numero di pezzi ed eventualmente approvare il preventivo di spesa del prelievo. L’Amiu rilascia un codice, utile laddove nelle operazioni di deposito l’interessato venga fermato, ad esempio dalla Polizia Municipale, per verificare la bontà del rilascio.

Una procedura piuttosto semplice ma che evidentemente i baresi non hanno ancora recepito. O magari hanno recepito troppo bene e dovendo mettere mano al portafogli preferiscono agire nottetempo con la complicità silenziosa di chi fa finta di non vedere. Più che Bari per Bene, traslochi abusivi. Ma fatti per bene.