Come già accadeva a Myra prima che le reliquie fossero trafugate dai baresi, anche quest’anno si è ripetuto il prodigio dalla sacra manna, l’acqua purissima che trasuda dalle ossa di San Nicola e che si accumula sul fondo della cripta, dove si raccoglie nel corso dell’anno per poi essere prelevata ogni 9 maggio.

Come il marinaio Matteo, che immerse le proprie mani nel liquido per prelevare le spoglie del santo e portarle a Bari, accolte dalla città in festa, padre Ciro Capotosto ha prelevato la manna davanti ai fedeli attoniti e un po’ in ansia, come sempre, testimoniata dall’applauso liberatorio che scatta puntuale alla vista dell’ampolla. Secondo la tradizione, infatti, la manna assicura protezione al popolo per l’anno a venire.

Per gli scettici si tratta di un fenomeno chimico, la formazione della manna, dovuto al fatto che le ossa sono sigillate tutto l’anno, per i fedeli si tratta di un vero e proprio miracolo. Per gli uni e gli altri, il prelievo della manna resta un evento di grande fascino che fortifica, se possibile, il rapporto tra San Nicola e la città.