Vogliamo subito precisare che la nostra non è una caccia alle streghe. Stiamo cercando di dare il nostro contributo affinché spariscano certe brutte abitudini, come quella assai diffusa di trasformare le aziende pubbliche in giganteschi uffici di collocamento per pochi eletti, come nel caso delle FAL. Nei prossimi capitoli della nostra inchiesta vi racconteremo anche gli escamotage utilizzati per dare una parvenza di regolarità soprattutto alle assunzioni, con stage di dubbia fattura e riqualificazioni interne tenute sotto banco fino all’ultimo istante. In un momento così delicato per molte famiglie pugliesi, in cui il lavoro manca e non si sa come arrivare a fine mese, è necessario che ognuno si prenda le proprie responsabilità. Magari non succederà niente, anche se riteniamo che le autorità competenti dovrebbero approfondire quello che denunciamo da giorni. I tanti messaggi e le email che continuiamo a ricevere da alcuni dipendenti su certe dinamiche aziendali confermano molti dei nostri dubbi.

Il pesce, si sa, puzza dalla testa. Nelle Fal lavora Michele Corvino (ufficio paghe), figlio dell’ex dirigente poi diventato capo del personale Aldo Corvino (per moltissimo tempo CGIL). Ce n’è per tutti. Sempre nell’ufficio paghe e sempre sotto il controllo di Corvino sr. lavora Giovanna, la figlia di Antongiulio Velon (UIL) che, a 67 anni, coordina i turni degli autisti. Di Giuseppe De Manna abbiamo già parlato. Ex CGIL, ora CONFAIL, molto amico di Corvino sr., è riuscito a piazzare il figlio Raffaele, che ha recentemente superato la riqualificazione da operaio, piazzandosi primo in graduatoria. Ex UGL ora CONFAIL è Marco Veneziani. Non Siamo riusciti a sapere molto della sua mansione. Suo figlio Francesco è impiegato. Uomo della CGIL è Nicola Liso. Suo figlio Pasquale è entrato in azienda come manovratore, poi è diventato autista. Adesso è capotreno. Della UIL è il capotreno Antonio Ciliberti. Il figlio Giuseppe è entrato con uno di quegli stage di cui vi diremo in seguito. È diventando un operaio. Il macchinista (ORSA) Ferrante Domenico ha sistemato suo figlio Leonardo, anche lui come il rampollo di De Manna è diventato manovratore con una recente riqualificazione interna. Appartiene alla CGIL Michele Patano, impiegato. Il figlio Maurizio è entrato come guarda barriera e ora fa l’operaio. Particolarmente interessante è proprio il concorso da guarda barriere. Entrambi operai sono Vincenzo De Benedictis (UIL) e sua figlia Valentina. Il macchinista Vincenzo Gimigliano (CGIL) ha sistemato suo figlio Vittorio, che adesso fa l’operaio. Sergio Pinto (UIL) è un macchinista. Il figlio Paolo è capotreno. Come sanno anche le pietre Cosimo Andrulli (CGIL), grande amico di Corvino, ha tramandato il suo sapere da macchinista e non solo quello al figlio Giuseppe. Avevamo già parlato di Pasquale Malatesta, l’ex sindacalista FAISA-CISNAL ha lavorato per tanto tempo insieme alla figlia Annamaria e anche il nipote Rocco, un avvocato che non è riuscito a scalare le posizioni aziendali.

Ci sono delle altre situazioni sulle quali i disoccupati pugliesi e i giovani costretti a emigrare per avere la possibilità di fare quello per cui hanno studiato, vorrebbero dei chiarimenti. Uno dei capitoli è quello dei compagni di vita e lavoro. Pietro Passaquindici, responsabile unità amministrativa complessa, è marito di Clorinda Drago, la segretaria del presidente Colamussi. A Potenza, Francesco Costa, uomo di Corvino sr. e responsabile dell’Ufficio paghe, è sposato con Graziella Cersosimo, responsabile della disciplina. Ricoprono entrambi ruoli apicali. Gianni Vincenzo, stando ad alcune indiscrezioni creditore dalle FAL dei fitti dei locali baresi in corso Italia, è unito a Maria Portoghese (sono nello stesso ufficio e tutti e due CGIL), ricoprendo ruoli apicali. Della CGIL e ben vista da Corvino sr., è Annamaria Caradonna, moglie di Giuseppe Luongo, assunto a Potenza e poi trasferito alla corte dello Corvino. Lavorano nello stesso ufficio.

Ci sono, poi, alcune figure il cui ingresso in azienda ha suscitato non pochi mal di pancia, tutt’altro che guariti. Leonardo De Bellis, autista personale del presidente, per esempio. Massimiliano Natile, uomo di Colamussi (come il presidente è di Forza Italia) è il responsabile degli investimenti. Un’assurdità se si considera che a Potenza – per fare un esempio –  ci sono due ingegneri che guidano i treni e per i quali nessun sindacato si è mai speso, nonostante vorrebbero fare ciò per cui hanno studiato.  A quanto pare, il capo del personale non permetterebbe loro di scendere dai treni tirando in causa il un assurdo regolamento regolamento interno, approvato da lui e sindacati anni fa. Un regolamento che non premia il merito. In sostanza, se appartieni al personale viaggiante, con parametro basso, non hai diritto nemmeno a fare concorsi interni per parametri più alti anche se hai sei lauree.

Uno dei casi più discussi, però, è quello legato all’assunzione di Viviana Fox, nelle elezioni del 2008 segretaria di Antonio Distaso (Forza Italia). Sul suo conto se ne dicono tante, ma non le riferiamo per non cadere nel gossip. Sarebbe stata assunta senza un concorso subito dopo le elezioni e, dopo solo tre anni in azienda, è al massimo del livello apicale. È responsabile di tutti gli affidamenti agli studi legali, consulenze e transazioni. Un’altra anomalia è proprio quella dell’affidamento di incarichi esterni, nonostante l’azienda abbia all’interno un nutrito gruppi di professionisti validi, ma sistemati in posti sbagliati, frustrati e richiamati costantemente al minimo dissenso, alla minima contestazione. Non si tratta solo di beghe interne. Ciò che spesso si dimentica è che le Ferrovie Apulo Lucane sono un’azienda pubblica, non un feudo Medievale. Il danno – indipendentemente da quello che dicono i bilanci – è fatto a tutta la comunità, non solo ai poveri disgraziati che non fanno parte del cerchio magico.

L’elenco è lunghissimo e include, per esempio, anche le aziede esterne alle quali vengono affidati incarichi diretti. Aziende nelle quali lavora genete imparentata con pezzi più o meno grossi delle Ferrovie Apulo Lucane. Iniziamo dalla Mafer, fornitore esclusivo per le FAL da 30 anni di materiale ferroviario (ricambi di vario genere). In regime di assoluto monopoli, può permettersi di applicare i prezzi che vuole. Le FAL azienda pubblica, lo ricordiamo – non hanno mai sentito la necessità di chiedere preventivi alla concorrenza. Nando Bucarella è il titolare. È cresciuto proprio nelle FAL (essendo stato anche fornitore delle Ferrovie Sud Est maediante il padre che ci lavorava). Nando Bucarella è intimo amico di Pietro Passaquandici. Pierpaolo, il figlio di Passaquindici, lavora da anni per la Mafer.

La ditta Bellizzi, da 30 anni fornitrice esclusiva di materiale e lavorazioni sul materiale ferroviario, di riparazione di pompe diesel, negli ultimi anni si è specializzata anche sul parco automobilistico. Pure Bellizzi è tra le ditte storiche che hanno per moltissimi anni operato senza gare. Il titolare, Alberto Bellizzi, e prima di lui Italo, sono amici personali di Passaquindici. Da Bellizzi lavora da molti anni ormai la figlia di Passaquindici, Valentina e il figlio del capo tecnico dell’Officina motori, Guseppe Maiullari.

La cosa che fa riflettere è il fatto che sono proprio Maiullari e Passaquindici a richiedere le lavorazioni o gli acquisti di materiale. Attraverso loro, poi, vengono decise le congruità dei prezzi, si stabiliscono le quantità degli acquisti e si procede al pagamento.

Le Ferrovie Apulo Lucane sono un carrozzone che premia qualcuno e danneggia la maggior parte dei lavoratori. Una situazione emblematica di come funziona il mondo del lavoro in Italia. Nel corso degli anni qualcuno di questi nomi era già venuto fuori, per la verità erano emersi anche altri che non abbiamo scritto. Ci sono state denunce e interrogazioni argomentatissime. Adesso, però, la misura è colma e bisognerebbe ripristinare la regolarità più volte sacrificata sull’altare della raccomandazione.

Abbiamo deciso di non tirarci indietro. Qualcuno potrebbe essere passato da un sindacato a un altro o qualche nome di battesimo potrebbe essere inesatto. Qualcun altro potrebbe aver lasciato l’azienda e i rapporti di amicizia – documentabili in mille modi – saranno certamente contestati. Facciamo un appello ai politici che in questi giorni ci stanno chiedendo carte e testimonianze. Dimostrate di tenere al vostro territorio e a tutti i cittadini in egual misura. Al netto di qualche imprecisione, resta assolutamente in piedi tutto l’impianto di una gestione familiare e clientelare.