Il parcheggio selvaggio può essere organizzato e diventare fonte di reddito, soprattutto quando i tuoi migliori clienti sono avvocati sempre di corsa, con l’assillo di lasciare l’auto praticamente dentro il Tribunale, in piazza De Nicola. Da anni, a sentire gli stessi abusivi, le banchine di corso Mazzini sono gestite in due modi differenti, ma ugualmente efficaci. Il primo è quello dell’auto a folle, il cosiddetto “parcheggio fluttuante”, e viene impiegato soprattutto davanti al liceo Bianchidottula. In questo caso non c’è bisogno di un rapporto di fiducia tra parcheggiatore e cliente. L’auto è chiusa, ma senza la marcia inserita, viene spostata su e giù all’occorrenza, per consentire l’uscita della vettura incastrata. L’unica accortezza necessaria è quella di ricordarsi di non lasciare il freno a mano inserito. In questo caso la multa sarebbe assicurata.

L’altro sistema, più impegnativo, è quello della “sosta fiduciaria”. I clienti – sempre loro, gli avvocati – lasciano le chiavi all’abusivo, che gestisce il parcheggio a una manciata di metri dalla garitta della polizia municipale, quasi sempre sguarnita. Il pagamento? A buon cuore. Una mancetta, niente a che vedere con il pagamento dell’autosilo, distante poche centinaia di metri. L’idea di prendere un autobus, la bicicletta, il motorino, il monopattino o uno skateborad? Manco a parlarle. Le quattro ruote sono più pratiche, soprattutto se qualcuno gli butta un occhio al posto tuo.

E gli abusivi? Brava gente, per carità. Pronti e disponibili. Sono stati persino multati in qualche occasione, con sanzioni fino a 799,00 euro. Multe mai pagate oovviamente, perché non hanno un euro. Adesso, dopo tanti anni di prove ed esperimenti – considerato che si tratta di un fenomeno impossibile da cntrastare – siamo convinti che questo tipo di parcheggio possa essere applicato anche in altre zone della città, in modo da risolvere l’atavico problema della sosta selvaggia e creare nuova occupazione.