Il 17 settembre 43 dipendenti di Telenorba saranno licenziati (8 giornalisti e 35 tra personale tecnico e amministrativo).  Il via libera all’invio delle lettere di licenziamento è arrivato oggi da Roma, dove i dirigenti del ministero hanno incontrato i sindacati e l’azienda.

Il Gruppo editoriale ha rifiutato categoricamente, non raggiungendo l’accordo in cui tutti speravano per un’altra boccata d’ossigeno, la possibilità di accedere ad altri tre mesi di cassa in deroga. Pare che i conti aziendali proprio non tornassero. L’agonia è finita dopo 29 lunghi mesi di crisi pagata con i soldi di Pantalone. Ce n’era la possibilità, ma evidentemente il piano di ridimensionamento non si tocca. I progetti sono altri, sempre più consulenti, pseudo guru della comunicazione e dopolavoristi. La notizia positiva – se così si può dire – è che il numero di persone che perderanno il posto di lavoro è la metà rispetto a qualche mese fa, 20 in meno dell’ultimo della serie dei piani industriali.

Magra consolazione. Alla fine dei giochi la cassa integrazione in deroga continua solo per 20. I sindacati protestano e chiedono da subito di aprire un tavolo di concertazione per capire le ragioni della scelta e pensare immediatamente al futuro: contratti di solidarietà per tutti, compresi i rientranti. Adesso, però, c’è da pensare a chi resterà a casa. Dal canto loro, i sindacati sono pronti a fare la propria parte, offrendo assistenza legale gratuita a chiunque dei dipendenti voglia vedersi riconosciuti i propri diritti davanti a un giudice.

La domanda è un’altra: chi saranno i 35 licenziati? Anzianità di servizio, carichi familiari ed esigenze tecnico produttive. Se ne terrà conto? In passato non sono mancate contestazioni proprio su questi punti. Chissà come andrà a finire, perché la storia della televisione dei Montrone non è nuova a colpi di scena clamorosi, proprio come la rinuncia alla cassa integrazione.

Precisiamo il nostro punto di vista su Michele Salomone, collega la cui fama e bravura non è certo in discussione. Il funzionario regionale che i tifosi hanno voluto a tutti i costi alla conduzione delle radiocronache del Bari su Radionorba, che due anni fa lo aveva non tanto gentilmente messo alla porta, non è la causa dei mali. Certo, Salomone non lavora gartis e molti dei giornalisti licenziati da Telenorba sarebbero ugualmente in grado di fare una radiocronaca, ma è solo l’emblema di una situazione paradossale dall’esito tutt’altro che scontato.