Dopo le associazioni di volontariato, anche gli infermieri dicono la loro sulla recente bufera che ha coinvolto il 118 a seguito delle inchieste de Il Quotidiano-Bari, e scendono in campo per contribuire a riformare il servizio. Quella che pubblichiamo di seguito è la trascrizione integrale di una lettera raccomandata, inviata dal  presidente del Collegio Ipasvi (Infermieri Professionali, Assistenti Sanitari, Vigilatrici d’Infanzia), Saverio Andreula, a numerose personalità del mondo politico regionale e provinciale, come il governatore Vendola, i sindaci dei Comuni in provincia di Bari, l’assessore regionale alla Salute. Al prefetto di Bari, al direttore generale dell’Asl Ba e a quello dell’azienda ospedaliera Policlinico, nonché al presidente dell’Ordine dei Medici della Provincia. Tra i destinatari, inoltre, figurano alcuni organi investigativi e giudiziari come le Procure della Repubblica territoriali e il Comando provinciale dei N.A.S. di Bari. Infine a tutti gli infermieri del servizio di 118 operanti nella Provincia. Nella Missiva, Andreula denuncia alcune criticità del servizio da correggere e risolvere prima di incappare in disastrose conseguenze per gli utenti e gli operatori.

 

Scrivente Collegio, nella sua qualità di Ente di diritto pubblico rappresentativo della professione infermieristica, è statutariamente deputato alla tutela della professionalità dei propri iscritti e di quanti, (cittadini) ricevono le prestazioni sanitarie infermieristiche.
In tale veste oggettuale, dopo aver acquisito una serie di comunicazioni e documenti, da parte di cittadini utenti, Infermieri e autisti soccorritori sullo stato organizzativo (?) del servizio 118, ritiene opportuno segnalare – denunciare una serie di criticità presenti nel servizio che andrebbero immediatamente affrontate e risolte per evitare inopportune conseguenze in danno sia degli utenti sia degli operatori.
Si fa presente inoltre che l’Infermiere, con il medico, per il servizio 118 è la figura professionale ritenuta, dai disposti normativi, nazionali e regionali, essenziale ai fini di un’adeguata organizzazione della rete di servizio, funzionale all’equipaggiamento dei mezzi di soccorso. Né sono prova i richiami normativi (DPR 27.03.1992; G.U. n.114 serie generale 17.05.1996; DPR 484/96; delibera giunta Reg. Puglia n.1811 del 29.05.1998; DPR 270/2000).
A titolo esemplificativo, data la complessità del sistema, si fa rilevare che l’infermiere nell’ambito dell’ambulanza medicalizzata detta MIKE, è indispensabile per legge, considerando che la stessa attribuisce all’infermiere, e solo a questi, competenze e attività professionali, utili per il corretto utilizzo di tutti i presidi sanitari e farmacologici di cui l’ambulanza è dotata.
Ciò significa che non dovrebbe mai accadere, e invece accade sistematicamente, comporre formalmente turni di servizio per le ambulanze dette MIKE, con equipaggi sprovvisti di Infermieri. In tal caso l’assenza di Infermieri costringe, nella migliore delle ipotesi, il medico del 118 a svolgere prestazioni infermieristiche (quali misurazioni parametri vitali, posizionamento catetere venoso, catetere vescicale ecc.) e ciò comporta inevitabilmente, sottrazione di tempo alla valutazione clinica del paziente e all’esecuzione di manovre salva vita.

Questa situazione non ha motivo di essere tollerata e non può essere giustificata da problematiche gestionali e finanziarie, poiché contrasta con i diritti essenziali dei cittadini, in quanto, un simile disservizio, comporta per il cittadino un diverso trattamento sanitario secondo il territorio in cui fatalmente, nel momento più critico della sua vita, si viene a trovare. Insomma quando si dice trovarsi “al posto sbagliato nel momento sbagliato”. Può essere la cabala a decidere della sorte di un cittadino che incorre in uno stato di bisogno?

È segnalata e documentata, a questo Ente, un’altra situazione che ha dell’inverosimile: Sulla scena d’intervento, per eventi di particolare gravità, in mancanza dell’infermiere, la prestazione di soccorso si svolgono con il diretto e incauto del coinvolgimento dei soccorritori nel ruolo di Infermieri. In sostanza una serie di prestazioni di esclusiva competenza infermieristica (incanalamento di accessi venosi periferici, reperimento e somministrazione dei farmaci, cateterismo vescicale ecc.ecc) sono, di fatto, eseguiti dai soccorritori. Quest’assurda e incauta violazione dell’art 348 C.P.P. (esercizio abusivo di professione sanitaria) è banalmente e facilmente riscontrabile sulle refertazioni mediche che documentano le prestazioni sanitarie, ed è una situazione che l’intera comunità del 118 soprattutto in Bari, conosce bene. La ovvia denuncia diretta da parte degli infermieri, non può esserci perché v’è una loro assenza sulla scena degli eventi.
Completamento orario: le postazioni (quelle con infermieri) che hanno gli infermieri nel numero di cinque unità, che non riescono a completare il monte ore, sono costretti a usufruire delle ferie quando invece, sarebbe stato utile, con un’opportuna gestione delle risorse umane, impiegarli dove vi sono delle mancanze. Non si può invitare il personale ad usufruire delle ferie per completare il monte ore !
Ambulanze in convenzione e quelle aziendali: vi sono differenze tra ambulanze in convenzione e quelle aziendali (Mike). Non tutte le ambulanze hanno lo stesso personale a bordo. Per fare un esempio la postazione Mike di Santeramo in Colle è una postazione aziendale ovvero sia ha tutto il personale dipendente Asl nel numero di tre unità (manca il soccorritore). Accade che qualora venga meno una, si procede attivando un Infermiere, in regime di straordinario. Altrettanto non è per le postazioni in convenzione, che sono la maggior parte, dove innanzi tutto le unità a bordo sono quattro (in più c’è un soccorritore volontario), dove alla mancanza del solo infermiere non è necessario la sua sostituzione attivando magari un collega a riposo come accade nelle postazioni aziendali. Deduciamo che la forza calcolata in efficienza è solo di tipo numerica? Perché questo distinguo.
Piano di riordino: nel 2010 c’era stata una proposta del piano di riordino a livello aziendale, dove la maggior parte delle ambulanze era India (infermiere, autista, soccorritore), qualche ambulanza Mike e 12 automediche. Se già nel 2010 si riconosceva l’importanza dell’infermiere sempre presente, tant’è che scomparivano dal territorio le ambulanze Victor (solo soccorritore ed autista), non si comprende il perché oggi stiamo in questa situazione. (vedi allegato..)
Altre criticità riportate in sintesi:
 Punti di Primo intervento territoriali (PPIT) dove la mancanza dell’infermiere non è coperta, per cui accade altresì che il medico si ritrova letteralmente solo come se fosse una sorta di guardia medica.
 PPIT: tra le tante stranezze che riguardano i punti di primo intervento, ci sono gli orari di apertura che per alcuni sono h 12 e per altri h 24. In origine previsti 7 ora sono 14.
 Infermieri alle dipendente dell’ospedale E.E.”F.Miulli”: l’eccezionalità circa il PPIT sito in Casamassima dove gli infermieri sono dipendenti dell’ospedale Miulli (non si comprende il perché) come anche nella postazione 118 Mike di Acquaviva delle Fonti. Ma, si può conoscere il perché di tali situazioni alla luce del fatto che l’emergenza territoriale 118 è affidata al personale della Asl?
 Monitoraggio formativo: ci viene segnalato che per quanto riguarda la formazione professionale obbligatoria con specifici corsi propedeutici all’attività per il 118 prevista dalla delibera Giunta Regione Puglia n. 1811 del 29.05.1998 (…tra l’altro munito di attestato regionale di abilitazione al soccorso, con esperienza minima di anni tre in area critica), ad oggi non esiste un monitoraggio formativo ne in sede al coordinamento ne altrove cosicché potrebbe verificarsi che qualcuno sfugga a logiche perentorie e non si sia mai aggiornato.
 Progetto IMA-SCA: in vigore da agosto 2012, si utilizza l’ambulanza del 118 per un trasporto di pazienti altamente critici ed emodinamicamente instabili senza la necessaria presenza dell’infermiere. Mi si spieghi come fa il solo medico a mettere in pratica i protocolli internazionali di Acls (advanced cardiac life support)?
 L’assenza dispositivi per l’infusione intra ossea in mancanza del reperimento sia di un accesso venoso periferico che nella difficoltà oggettiva di reperimento di un accesso venoso centrale previsto nei protocolli Acls.
 L’assenza della morfina nel dolore acuto nell’infarto del miocardio prevista anch’essa nei protocolli Acls.
 L’assenza della valvola di Heimlich nel pneumotorace iperteso prevista nei protocolli Ptc advanced.
 La conservazione dei farmaci con l’assenza talvolta dei frigoriferi: non espressamente richiesto come dotazione dei mezzi di soccorso dalla Regione Puglia. Per questo gli operatori fanno di necessità virtù ovvero utilizzando i siberini. Ma, pur con i buoni intenti, viene garantita la temperatura costante e la loro conservazione? E se qualcuno si dimentica di cambiare il siberino, che succede, si getta tutto?
 Collari cervicali inidonei che nulla hanno a che vedere con quei presidi che sono da utilizzare espressamente nel trauma dove c’è il sospetto d’interessamento del rachide cervicale. Nessuno può escludere una lesione a carico di questo tratto se non attraverso una opportuna diagnostica. Per fortuna le ambulanze hanno una dotazione propria di collari cervicali per il trauma del rachide cervicale. Un collare cervicale deve innanzi tutto mantenere la posizione del rachide cervicale in posizione neutra, che la parte posteriore del collare sostenga la nuca, che si fissa con chiusura a velcro sulla parte anteriore che sostiene la mandibola, che abbia una feritoia anteriore per palpare i polsi carotidei e che consenta di effettuare la tricotomia d’urgenza. I collari che non hanno queste caratteristiche non devono mai essere usati nel trauma. In auto medica esistono solo questi collari ed è una vera assurdità se si pensa che i traumi rappresentano la prima causa di morte al di sotto dei 40 anni e la causa di maggiore handicap.
 La programmazione di eventi particolari come feste patronali deve essere assolutamente discussa nell’ambito del coordinamento del 118 in modo che non si improvvisi (festa di San Nicola e San Trifone).
 Pma e unità di decontaminazione: l’attività di apertura e sistemazione del Pma (punto medico avanzato) non viene programmato di concerto con tutti gli operatori affinché il suo impiego sia facile qualora venga utilizzato. Stesso discorso per l’emergenza tossicologica con l’unità di decontaminazione.
 Soccorso sanitario in mare: la condivisione di protocolli con la capitaneria di porto per le attività di soccorso e salvataggio in mare non è ancora attiva ed è tra l’altro completamente accantonata pur, ricordando che sono territorio nazionale le acque entro 12 miglia dalla costa.
 Comunicazioni con la centrale operativa 118: le comunicazioni con la centrale operativa spesse volte sono impedite perché occupate rendendo di fatto difficoltosa le attività di soccorso. Certo, se è pur vero che le linee sono realmente piene ci dovrebbe essere almeno una linea dedicata agli operatori del 118. Perche non si utilizza il vhf attraverso ponti radio?.
 Lunghe attese nei pronto soccorso: soprattutto per i codici verdi che talvolta si protraggono per ore. Non sarebbe auspicabile rendere più facili gli accessi per il personale adibito al soccorso territoriale di modo che non vengano sottratte al territorio preziose risorse?
 Centrale operative e coordinamento 118: la madre di tutti i problemi, a detta degli operatori è sicuramente la centrale operativa che è in forza al Policlinico Consortile e il Coordinamento che è Asl che spesso non comunicano. L’esperienza dovrebbe far crescere l’organizzazione strutturale e funzionale di qualsiasi sistema. Per quanto riguarda il Sistema 118 Bari, invece, si è assistito ad un pericoloso arresto se non una involuzione con un ormai “incancrenito” status quo a fronte del depauperamento della figura infermieristica presente nella centrale che oggi rileva ben meno otto Infermieri.
Quanto su riportato rappresenta una lettura di contesto sviluppato degli stessi operatori, e da alcuni cittadini, molto critica e pericolosa da ogni punto di vista la si consideri; va affrontata immediatamente, in considerazione della presenza sul territorio pugliese di un maggior numero di cittadini – utenti dovuta dalla inaugurata stagione turistica del nostro territorio.
La presente per ribadire e chiedere, a quanti in indirizzo, atteso le competenze e responsabilità di ognuno dei destinatari, soprattutto per quanti sono impegnati sul tema di tutela della salute pubblica, la verifica di quanto riportato nel merito della presente e l’immediata attivazione di tavolo di confronto per individuare soluzioni condivise.
Si coglie l’occasione per salutare distintamente.
Il Presidente
Andreula Saverio