Inchieste, fallimenti, scandali:  lo sviluppo e il relativo affermarsi del settore della riscossione dei tributi è stato da sempre accompagnato da scalpore e disfatte. Il caso della “Tributi Italia” in Puglia ne è stato un chiaro esempio: è declinata e ha lasciato alcuni comuni quali Bari, Polignano, Brindisi, Fasano, con svariati debiti a cui dover porre rimedio. L’elenco di casi in Puglia di società finite allo sbaraglio non termina qui. Si pensi alla Gestor (congiuntasi con la Tributi Italia e poi fallita) finita sotto il mirino, da tempo, della Procura di Bari, o alla “Gema” di Foggia che ha lasciato un debito di 16 milioni di euro, società dove gli amministratori sono ai domiciliari e ben 180 persone rischiano di essere licenziate.

Non mancano anche inchieste giudiziarie sulla Censum di Rutigliano e la “Dogre”, società operante per il comune di Lecce che è stata travolta da una serie di polemiche a Perugia, finendo sui giornali umbri. Da non tralasciare anche il caso della società che lavora per il comune di Taranto, la “Emmegi”, che era stata travolta da un inchiesta per presunta frode in pubbliche forniture.

Insomma assicurare i soldi dei cittadini nelle mani dei privati non è affatto rassicurante. Così Francesco Tuccio, presidente dell’Anutel (l’associazione degli uffici tributi degli enti locali) ha dichiarato:

 «I Comuni devono essere in grado di incassare autonomamente. In fin dei conti, per la riscossione spontanea, stiamo parlando della semplice gestione di un conto corrente. I cittadini devono saperlo: ci sono Comuni che regalano ai privati lucrose commissioni sottoforma di aggi, regalando i soldi delle loro tasse».

Infatti la legge che entrerà in vigore dal prossimo 1 gennaio non prevede che i Comuni debbano necessariamente dipendere dall’esterno. I Comuni possono anche contare sulle proprie forze, gestendo il tutto autonomamente o in forma associata, o ancora attraverso società in-house.
La città di Bari, così dopo essersi affidata alla Gestor (poi rivelatasi un fallimento),  adesso riesce a gestirsi in proprio, arrivando a risparmiare 700mila euro di commissioni in un solo anno.
Così i privati si spostano su di un altro “campo”: la lotta all’evasione di Ici e Tarsu. Il loro sistema consiste nel smascherare chi in un comune (soprattutto quelli più piccoli) non paga le tasse in cambio di una percentuale.

24 settembre 2012

Antonietta Basile