Lo scorso anno, secondo i dati del centro per l’impiego, circa il 70% dei rapporti di lavoro avviati è di carattere precario e temporaneo. Dato questo che, seguendo il trend nazionale, è purtroppo in crescita. Aumentano quindi i contratti atipici, quelli a progetto, a collaborazione occasionale, quelli in associazione in partecipazione, a tempo determinato.

Nell’ambito della giornata di mobilitazione nazionale contro la precarietà per cancellare i contratti truffa, estendere l’indennità di disoccupazione a tutti i precari, investire e innovare per combattere la disoccupazione, garantire un equo compenso, giovani e precari si sono dati appuntamento per dire basta a false promesse trasformatesi in bugie da parte del Governo impegnato a ridurre ulteriormente i diritti di tutti, innalzando l’età pensionabile, riducendo gli ammortizzatori sociali, non cancellando neanche una delle 46 tipologie contrattuali.

Nel capoluogo pugliese la mobilitazione organizzata da Cgil Bari e Nidil, si è concretizzata con un’assemblea sindacale all’interno del call center Sanitario Regionale a Valenzano, dove 25 lavoratori dal 2004 hanno contratti di lavoro in somministrazione a tempo determinato rinnovati ogni trimestre da ben 8 anni. In simultanea dalle 10 alle 12, volantinaggi odi giovani e precari  nelle Facoltà dell’Ateneo e del Politecnico di Bari.

Nel pomeriggio, dalle 17.30 alle 20, presidi e volantinaggi non solo a Bari, nei pressi dell’Ateneo, via Sparano e piazza del Ferrarese, ma anche ad Altamura, Santeramo, Corato,Mola, Cassano delle Murge, Gravina, Locorotondo, Modugno, Molfetta, Monopoli, Terlizzi.

Consapevoli della mancanza di risorse e della carenza di investimenti, tuttavia apprendiamo che l’orientamento politico nazionale sta cambiando, e prova ne è l’ipotesi di accordo sulla riforma del mercato del lavoro pubblico fatta dal ministro per la Pubblica Amministrazione e la Semplificazione, Filippo Patroni Griffi e i sindacati.  La qualità dei servizi ai cittadini dipende anche dalla stabilità e qualità del lavoro. Non è possibile che i servizi pubblici di cui usufruiamo, dalla sanità all’istruzione, siano tenuti in piedi da lavoratori precari. La Cgil di Bari dice no alla precarizzazione della vita.

Giuseppe Gesmundo – Segretario Generale Cgil Bar