“Rispettate la legge e cancellate ora il profitto dalla bolletta dell’acqua, riducendo le tariffe del 7%” è stato l’urlo di protesta che questa mattina ha scandito la manifestazione che si è tenuta davanti alla bella sede dell’Acquedotto pugliese, a Bari. Il momento clou della manifestazione è stato quello della consegna delle oltre mille lettere di cittadini “indignati” per l’indebita appropriazione della quota di profitto, da parte dell’Aqp Spa, mai restituita. Tutte le missive sono state protocollate nell’apposito ufficio dello stesso acquedotto.

Il referendum di giugno dello scorso anno ha stabilito, di fatto, che gli enti che forniscono il servizio idrico devono essere considerati enti pubblici senza scopo di lucro, escludendone, di conseguenza, la natura economica. A nove mesi dalla schiacciante vittoria di quel “Sì” referendario, i cittadini sono costretti ancora a scendere in piazza per chiedere che venga garantito quello che ritengono un diritto essenziale di tutti.

Ma sono testardi e ci credono come quando hanno raccolto le firme per la promozione del referendum e si dicono pronti anche a ricorrere ai giudici, pur di ottenere il rimborso di quella quota del 7% e la riduzione delle famigerate bollette.

Folta la delegazione dei Comuni pugliesi intervenuti alla manifestazione: dallo stesso comune di Bari (che ha annunciato la preparazione di appositi moduli per i reclami), a Giovinazzo, Altamura, Villa Castelli, Cisternino, Modugno, Laterza, Grumo Appula e Mola di Bari.

E non sono piacevoli le notizie che arrivano da Bruxelles. Il settore idrico italiano, anzi, non si trova affatto in “buone acque”, a quanto pare: l’Ue ha infatti inviato proprio oggi un ultimatum all’Italia perché si adegui alle normative europee di tutela dell’acqua.

In particolare, la Commissione europea rimprovera al nostro Paese di non aver ancora adottato misure idonee a far raggiungere un buono stato di salute dei bacini fluviali e di non aver ancora istituito un registro aggiornato delle aree protette.

Mentre un’indagine dell’Istat, pubblicata ieri, ha rilevato che il 9,3% delle famiglie italiane ha segnalato problemi con l’erogazione dell’acqua nello scorso anno. I più penalizzati, secondo l’indagine, sono stati i calabresi (31,7%) e i siciliani (27,3%).

Eva Signorile