La vicenda è strettamente legata alla situazione economica internazionale. La Regione Puglia, guidata da Raffele Fitto, aveva chiesto un prestito da 870milioni di euro alla Merrill Lynch, per coprire l’enorme buco della sanità, impegnandosi negli anni 2003-2004 a ristrutturare il debito, immettendo sul mercato internazionale bond per un valore equivalente alla somma richiesta. L’”affaire” dei bond pugliesi è ora al centro di un’inchiesta che vede i rappresentanti degli istituti finanziari coinvolti, accusati di reato di truffa aggravata ai danni di un ente pubblico. Una sorta di psicodramma all’italiana, che ha il suo fulcro nella fondamentale ignoranza della lingua inglese, idioma caratteristico del mondo degli affari e della finanza, da parte dei funzionari regionali coinvolti nella trattativa per il prestito.

Secondo l’accusa, infatti, una delle colpe di Merrill Lynch risiede proprio nell’aver somministrato una documentazione redatta esclusivamente in inglese ai rappresentanti regionali incaricati di gestire la trattativa, i quali, però, non conoscevano assolutamente l’idioma del “business”. L’istituto creditizio si era guardato bene dal fornire adeguata traduzione in italiano della documentazione.

Oggi, dunque, l’annuncio di un’intesa tra la Regione e la Merrill placa un po’ di animi. Sebbene i termini dell’accordo fossero già delineati da qualche giorno, la Regione Puglia ha mantenuto un certo riserbo:

“Abbiamo dovuto misurare le parole per non violare il contratto con Merrill, che è quotata in Borsa ed è legata a Bank of America e che potrebbe subire oscillazioni nelle sue quotazioni a seguito della rivelazione di dati sensibili” – è stata la spiegazione dell’Assessore al Bilancio Michele Pelillo, che ha aggiunto, con soddisfazione – Possiamo dire che con la transazione abbiamo ottenuto la messa in sicurezza del contratto, mettendoci al riparo dai danni del default attuale”.

Tra le parole dell’assessore trapela, cupo, il timore di un eventuale, e per molti assai vicino, “default”, cioè “fallimento” della Grecia. Degli 870 milioni chiesti in prestito alla Merrill Lynch, dall’allora giunta regionale di Raffele Fitto, la banca poteva investirne anche in titoli di Stato greci e portoghesi, solo 522 milioni. Nel caso del fallimento di un Paese, e quindi dei titoli ad esso collegati, la Regione sarebbe stata costretta a rifondere immediatamente l’ammontare richiesto alla banca.

Per la Puglia e per l’Assessore al Bilancio, si è trattato di una vera e propria corsa contro il tempo: ci sono esperti analisti, infatti, che prevedono un default della Grecia già entro il mese di marzo.

“Oggi abbiamo messo in sicurezza il contratto – ha detto Pelillo – abbiamo condiviso il piano di investimento, annullato il rischio di default attuale e limitato quello futuro, presente in misura fisiologica nei vari titoli del paniere (il cosiddetto “sinking fund”, ndr)”.

Visibilmente soddisfatto anche Nichi Vendola, Presidente della Regione Puglia: “Abbiamo evitato di usare l’argomento dei due bond con Merrill Lynch, quello dell’Acquedotto Pugliese e della Regione Puglia, per fomentare la polemica politica – ha dichiarato il governatore e leader di Sel, che ha concluso – Sappiamo che questo tipo di finanza fantasiosa è stata una delle specialità del ministro Tremonti, tuttavia non abbiamo usato questo tema come un ring per fare la boxe tra centrosinistra e centrodestra”. Il Presidente della Regione ha anche annunciato la sua intenzione di scrivere una lettera al premier Mario Monti, per chiedergli “di produrre quell’atto di cambiamento, di coraggio, di pulizia, di trasparenza che consente alla finanza di fare un passo indietro e all’economia reale e alla legalità di fare un passo in avanti”.

Eva Signorile