L’incontro di oggi si è svolto come botta e risposta con i ragazzi: si ponevano delle domande circa fattori di rischio come la velocità, l’uso del cellulare, l’assunzione di droghe o alcol prima di mettersi alla guida. Il tutto è stato supportato da “video shock”, che mostravano come le “microdecisioni”, scegliere di indossare il casco o la cintura, di rispondere all’sms dell’amico o aspettare di accostare, di bere oppure no prima di  guidare, potessero concludersi in una tragedia.

Ma il momento catartico, che ha ammutolito i giovani, offrendo loro uno spunto di riflessione, sono state le testimonianze di persone che hanno vissuto in prima persona questi drammi. Franca Bucci, la madre di Mimmo, per il quale è stata fondata l’omonima associazione, ha raccontato di come il figlio sia stato tamponato e ucciso, appena due anni fa, sul lungomare di Bari mentre attendeva a un semaforo, da due “balordi” che andavano a tutta velocità con la propria moto.

Poi è stato il turno di Francesco Visaggi, un ragazzo di 30 anni che ha raccontato della morte del fratello Michele, seduto dietro nell’auto di una sua amica, che è andata fuori strada a Triggiano dopo la rotonda di Bariblu, per aver perso aderenza e perchè la conducente aveva 2.8 gradi di alcol. Francesco aggiunge: “Vi chiedo solo di pensare a chi vi vuole bene. Cercate di avere dei comportamenti con i quali possiate evitare il più possibile queste cose: preservate e salvaguardate voi stessi prima di tutto. Michele  diceva: Ama e lasciati amare”.

Gli incidenti stradali non causano solo vittime ma anche “sopravvissuti”, che riportano lesioni gravi permanenti. In Italia sono 20.000 all’anno, una di queste è Loredana, originaria da Trento, che il 7 dicembre  del 1986 in un incidente stradale ha riportato una lesione alla spina dorsale, che la costrinse da allora a stare sulla sedia a rotelle: aveva solo 17 anni. Loredana, che ha fondato l’Associazione italiana traumatizzati spinali-onlus “Angeli Senza Ali”, si rivolge ai ragazzi: “La fatalità esiste ma aiutarla è da cretini. Non vi abituerete mai alla carrozzina: io soffro da 35 anni. Per 20 minuti, un’ora di estasi pensate io vi capisca?”

L’evento di oggi è stato la prima parte del progetto: a maggio si terrà una vera e propria simulazione all’aperto di un incidente stradale e di soccorso, che coinvolgerà i giovani in prima linea. Saranno proprio i ragazzi alla fine ad avere la possibilità di partecipare al concorso “Crea lo spot” per realizzare un cortometraggio sul tema dell’incidentistica stradale.

Federica Addabbo