La Conferenza dei servizi ha ritenuto di darsi un ulteriore mese di tempo prima della seduta decisoria, a seguito della quale l’amministrazione comunale potrà procedere con la gara per l’affidamento dei lavori, che porteranno al recupero dell’area e alla successiva realizzazione, con i suoi oltre 10 ettari di estensione, del secondo più grande parco urbano, dopo Torre Quetta, della città di Bari.

“Abbiamo sempre ritenuto – commenta il consigliere delegato all’Ambiente del Comune di Bari, Maria Maugeri – che, nel caso del progetto di messa in sicurezza permanente della Fibronit,  la Valutazione di impatto ambientale non fosse un passaggio imprescindibile. Questi ulteriori trenta giorni che il tavolo regionale si è dato per arrivare al provvedimento di via libera definitivo li accettiamo responsabilmente in ossequio al principio di precauzione, che ha sempre caratterizzato e sempre caratterizza sin dal suo primo mandato, nel 2004, l’azione di questa amministrazione. E tuttavia ci auguriamo che questo non rallenti il già complicato cammino verso la chiusura definitiva di questa travagliata e dolorosa vicenda. Sarebbe stato un bel segnale se l’ultimo sì al progetto di messa in sicurezza permanente fosse arrivato proprio in un giorno così significativo per tutti quelli che hanno sofferto e lottato in questi anni contro i rischi per la salute legati all’esposizione alle fibre di amianto. E’ infatti di ieri la notizia che i giudici di Torino hanno condannato i vertici della multinazionale Eternit per la morte di oltre 2.000 persone. Il Comune di Bari, gemellato dal 2006 con quello di Casale Monferrato, ha più volte affermato la volontà di realizzare il parco della Fibronit proprio in memoria delle tante vittime, tra gli ex operai e tra la popolazione residente in tre popolosi quartieri della città, lasciati inermi per decenni alla mercé della fibre cancerogene. La messa in sicurezza della Fibronit era un’opera dovuta alla comunità barese già quando ne furono denunciati i rischi per la prima volta, nel 1994. La sentenza di Torino è un’occasione ulteriore per fare memoria sugli errori di quel passato ed evitare di dimenticare quanto è costato alla comunità barese riuscire ad affermare il primato della tutela della salute su qualsiasi altro interesse”.

 

(Comunicato del Comune di Bari)