Prefettura e Questura, sfornite dei più elementari strumenti di analisi e di controllo, vivono in una condizione di sostanziale incomunicabilità con la vigilanza privata e non sono in grado di effettuare, sulla frammentatissima costellazione degli Istituti di Vigilanza, alcun efficace controllo.

Le blindature dei furgoni, le loro dotazioni tecnologiche, i giubbetti antiproiettile, le telecomunicazioni efficienti sono per molte guardie solo una speranza: spesso le guardie sono mandate allo sbaraglio senza disposizioni di servizio e senza uno specifico addestramento antirapina, e, ancor più, con turni di lavoro massacranti.

I criminali, inoltre, grazie a scelte scellerate che hanno favorito il mercato delle armi e delle munizioni possono disporre di strumenti d’offesa con calibri da guerra e munizionamenti perforanti cui le normali blindature non sono in grado di resistere. Sono questi gli elementi di riflessione che ogni rapina suscita negli addetti ai lavori, mentre le indagini amministrative dovrebbero spingersi a verificare anche in quali condizioni di lavoro sono costretti gli operatori del settore.

Vincenzo del Vicario

(Comunicato del segretario nazionale del SAVIP – Sindacato Autonomo Vigilanza Privata)