Il professore Luca Scandale ha presentato una sua ricerca nella quale ha analizzato i processi ed i fattori che hanno determinato la scelta di alcune città europee come capitali della cultura negli anni passati. Scandale ha portato l’esempio di Rotterdam, città olandese, che nel 2001, insieme a Porto, città del Portogallo, è divenuta capitale europea della cultura, e di come in quel caso sia stata l’integrazione culturale proposta dalle due città a determinarne la scelta. Ricordiamo, infatti, di come nel 2001, a Rotterdam, centinaia di istituzioni culturali, migliaia di esecutori e decine di migliaia di cittadini hanno partecipato attivamente al grande evento culturale.

Il professore ha poi parlato di Liverpool, città del Regno Unito, che è divenuta capitale della cultura nel 2008 insieme a Stavanger, città della Norvegia. In quel caso a decretarne la vittoria è stato un progetto di grande impatto culturale che ha determinato l’imposizione della città sulle altre candidate britanniche. Liverpool, inoltre, è una città caratterizzata da un’atmosfera cosmopolita e dinamica ed è anche considerata la capitale mondiale della musica pop, infatti, come sappiamo, è il luogo dove nacquero i Beatles, il famosissimo gruppo rock britannico che ha segnato la storia della musica.

Dall’analisi di Scandale si è, comunque, evidenziato come, in special modo negli ultimi anni, non sono le città europee che partono già da un background culturale riconosciuto e di notevoli dimensioni a vincere la gara, ma, al contrario, quelle città che non sono molto conosciute in Europa per la loro dimensione culturale, ma che presentano un progetto innovativo, con una buona idea e che faccia conoscere ai cittadini europei un nuovo tipo di cultura. Infatti, il professore afferma che non ci si candida per quello che si è, ma per quello che si vuol fare.

L’assessore Paparesta ha, poi, evidenziato, durante il dibattito, di come per vincere la gara ci sia bisogno di una pianificazione strategica, e di come sia molto importante individuare l’altra città con cui si deve condividere il progetto. Infatti, ogni città italiana che si vuole candidare a capitale della cultura per il 2019, deve presentare il progetto insieme ad una città della Bulgaria. Infatti, da sempre, ogni anno, divengono capitali della cultura, come in una sorta di gemellaggio, due città di due nazioni differenti, che per il 2019 dovranno essere una dell’Italia e una della Bulgaria. Paparesta ha individuato la possibile città in Varna, che è la terza città più importante della Bulgaria, dopo Sofia, che è la capitale, e Filippopoli. Difatti, Bari, ha già avviato con la città bulgara un percorso di gemellaggio.

Infine, l’assessore, ha sottolineato di come divenire capitale europea della cultura non solo sia un occasione di grande prestigio per la città, ma di come vi sia, anche, un’ottima ricaduta economica per tutto il territorio comunale e circostante, quindi anche per la provincia e per tutta la regione. Si parla, infatti, di un aumento considerevole di turisti in visita nella città per tutto il 2019, che comporterà degli introiti notevoli per tutti gli esercenti e imprenditori locali, pensiamo a tutti quei turisti che utilizzeranno i servizi disponibili in città, quali pernottamenti in hotel, consumazione di pasti in ristoranti e locali della città, utilizzo di trasporti pubblici e privati, e cosi via dicendo.

Marcello Francesco Simone