Basta recarsi a Bari vecchia per scoprire che il culto del pesce fresco, ultimamente tanto in voga, visto il numero sempre crescente di sushi bar o ristoranti giapponesi presenti nel nostro territorio, sia da sempre presente nella cultura del barese verace. L’esempio più famoso di pesce pescato e mangiato è il celeberrimo “allievo”, un mollusco il cui nome lo descrive appieno.

L’”allievo”, infatti, è il giovane esemplare di seppia e le sue dimensioni ne decretano la bontà: più è piccolo, più le sue carni saranno tenere e prelibate. Ebbene questo mollusco è praticamente scomparso dai banchi del mercato del pesce. Il motivo? Il fermo biologico.

Il progressivo depauperamento degli stock ittici nei nostri mari ha portato i biologi marini a denunciare l’esagerato sfruttamento del mare, soprattutto dovuto alla pesca con la rete a strascico, che raccoglie qualsiasi cosa incontri nel suo cammino. Fermare le attività di pesca è sembrata la soluzione migliore, ma lasciare i pescherecci fermi nei porti per due mesi (per la prima volta quest’anno), agosto e settembre, ha significato far venir meno il pescato che rappresenta circa la metà della produzione nazionale, con conseguente acquisto di pesce di origine estera (e quindi congelato) nel periodo di maggiore consumo, d’estate.

I pescatori sono stati i primi a denunciare l’assenza del prelibato boccone, pur continuando a scrivere sulla targhetta “allievi freschi 15 euro al kg”.

«Questi sono allievi secondo te? – domanda un pescatore del mercato del pesce di Mola di Bari – Queste sono quasi seppie, sono esemplari ormai già adulti, altro che allievi! Perché? Perché ce li hanno fatti pescare troppo tardi. Ad agosto e settembre il mare è pieno di allievi, di giovani pesci, se non li peschiamo in quel momento, poi li ritroveremo già adulti».

«Hanno sbagliato il periodo, – prosegue il pescatore – dovevano lasciarci fermi nel “periodo degli amori” tra marzo e aprile, quando depongono le uova, così ad agosto e settembre avremmo avuto i nostri allievi. Oggi abbiamo sì tanto pesce, che vendiamo ad un prezzo più basso avendone in grande quantità, ma è di meno valore, è meno pregiato! Ma tanto che ne sanno loro, quelli che fanno le leggi che ne sanno, di quelli non c’è uno che è mai andato per mare. Sono biologi marini, non pescatori. Solo noi possiamo salvaguardare il nostro lavoro, solo noi lo conosciamo davvero e lo amiamo veramente”.

Quale sarà la soluzione più giusta quella proposta dai biologi marini o dai pescatori?

 

Mariangela Deliso